Peti di scarabeo

Un consiglio da amico: non avvicinatevi mai ad un coleottero bombardiere. Brachinus crepitans ha tutta l’aria di essere un innocuo insettino, di quelli che se ne stanno lì a brucare le foglie. Se un predatore inesperto si avvicina, l’innocuo insettino si trasforma in un killer dotato di armi chimiche: con un’esplosione, un gas tossico irritante acceca l’avversario e, in alcuni casi, lo uccide. Se la sostanza colpisce la pelle umana, provoca fastidiose irritazioni.

Brachinus crepitans (da Wikimedia commons)

Brachinus crepitans (da Wikimedia commons)

Il fenomeno potrebbe essere paragonato ad un “peto letale” ma il meccanismo che ne sta alla base è molto più sofisticato: il coleottero possiede nell’addome un organo specializzato in grado di scatenare, al bisogno, una violenta reazione chimica. L’arma è formata da due ghiandole che confluiscono in una “camera di combustione” separata dall’esterno da una “valvola” muscolare. Una delle ghiandole produce acqua ossigenata e l’altra idrochinone, una sostanza nociva, irritante e allergenica.

Il coleottero bombardiere in azione (da pnas.org)

Quando queste due sostanze si mescolano nella camera di combustione, in presenza di alcuni enzimi prodotti dalle pareti interne, avviene una rapida reazione chimica che libera ossigeno riscaldando la miscela fino all’ebollizione. La pressione di questa miscela di liquidi e gas ad elevata temperatura, provoca l’apertura improvvisa della valvola. Lo spray viene spruzzato violentemente e rumorosamente all’esterno attraverso due fessure dell’addome. Ma non basta: l’”innocuo animaletto” è in grado di colpire con precisone il nemico perché sa prendere la mira: ai lati delle “bocche di fuoco” addominali possiede due deflettori che fanno rimbalzare la miscela pestilenziale e ne direzionano a piacere il flusso.