Gatti e fette imburrate

Hai appena tostato una bella fetta di pane e la stai spalmando di burro. E’ profumata e te la pregusti.  La appoggi sul tavolo per prendere la marmellata, ma sei così distratto che con il gomito sposti una tazza, la quale spinge la fetta e questa cade per terra. Puoi star sicuro che è caduta dalla parte del burro. Infatti, ecco là la fetta girata sul pavimento e il burro avrà ormai raccolto la polvere e chissà quali altre schifezze ormai appiccicate. La fetta è da buttare.

Questa esperienza è comune. Anche troppo comune! Anzi, sembra che la sfortuna ci perseguiti perché è raro che una fetta imburrata cada dritta.

Se qualcuno pensa che si tratti solo di una impressione o di una forma di pessimismo della serie “bicchiere mezzo vuoto”, ebbene, si sbaglia. Già nel 1835 si discuteva di questo strano fenomeno. La rivista New-York Monthly Magazine, in quella data, pubblica il seguente verso:

I never had a slice of bread,
Particularly large and wide,
That did not fall upon the floor,
And always on the buttered side!

E peggio ancora: il fenomeno della fetta imburrata diventa una delle più popolari dimostrazioni dell’idea che l’universo ci è perversamente ostile, un’idea magnificamente riassunta dall’assioma fondamentale della legge di Murphy che recita: “Se qualcosa può andare storto, andrà storto”.

Le discussioni sul fenomeno della fetta imburrata, nel 1993 sono ironicamente portate al limite dall’americano  John Frazee il quale scopre un metodo per realizzare il moto perpetuo, metodo diventato famoso come il Paradosso del gatto imburrato. E’ vero, non varrebbe la pena di perdere tempo nel descrivere questa assurdità, ma lo faccio ugualmente per amore di completezza. Esso si basa su due leggi “fisiche(?)”:

1- Un gatto non cade mai di schiena
2- Una fetta imburrata cade sempre dalla parte del  burro

Ecco come costruire, in casa, la macchina del moto perpetuo. Si lega una fetta imburrata sulla schiena di un gatto, con il burro rivolto all’insù. Si lascia cadere il gatto. Il gatto tenta di cadere con le zampe, ma la fetta imburrata deve cadere con il burro verso il pavimento! Conclusione: il gatto ruoterà su se stesso all’infinito, schroedinger catsenza mai cadere, sospeso a mezz’aria. E’ il moto perpetuo! (Per favore non fatelo, lasciate stare il vostro gatto).

Evidentemente non  bastava tentare di avvelenare il gatto di Schrödinger per le nostre preoccupazioni quantistiche, e non bastava nemmeno tentare di separare il gatto dal suo sorriso quantumcheshirecat(vedi: Quantum Cheshire Cat). Dobbiamo anche provocare il capogiro al povero felino nel tentativo di violare i principi della termodinamica.

Ma è giunta l’ora di passare ai discorsi seri.

Lo scienziato inglese Robert Matthews, della Aston University, un bel giorno perde la pazienza e decide di por fine all’ormai plurisecolare dilemma della fetta imburrata. Nella sua pubblicazione Tumbling toast, Murphy’s Law and the fundamental constants (European Journal of Physics, 1995) egli dimostra che effettivamente la fetta imburrata ha maggiori probabilità di cadere dal lato del burro per il semplice fatto che l’altezza tipica da cui cade di solito è quella di un tavolo. Da questa altezza, dato il momento angolare prodotto dalla forza di gravità, la fetta riesce a compiere al massimo mezzo giro, indipendentemente dal fatto che sia o meno imburrata (la maggiore densità del lato imburrato rispetto a quello non imburrato è ininfluente). Però, se i tavoli degli umani fossero alti il doppio, la fetta cadrebbe quasi sempre dal lato non imburrato.

Ecco lo scienziato Robert Matthews alle prese con il mistero della fetta imburrata:

Come riconoscimento per questa grande scoperta, nel 1996 Robert Matthews riceve il premio Ig Nobel.