Teschi vegetali

Quello che potrebbe sembrare il macabro trofeo di una feroce tribù, si rivela essere un semplice frutto secco, la capsula di una piccola pianta mediterranea che cresce comunemente sui muretti e le pietraie, chiamata Bocca di Leone comune (Antirrhinum majus).

La capsula è dotata di tre fori dai quali fuoriescono i semi maturi e la nostra propensione a riconoscere delle forme facciali in ogni immagine la trasforma facilmente in un teschio. Il fatto curioso è che anche la corolla di questa stessa pianta ha una simmetria bilaterale che ricorda una faccia con una grande bocca.

I botanici stessi usano, in questi casi, una terminologia tecnica che ha a che fare con il volto: caratterizzano questa corolla come bilabiata (cioè dotata di due lobi detti labbri) e in particolare la corolla può essere personata o mascherata quando i labbri sono chiusi e suggeriscono la forma di un volto umano (o di una maschera). Il nome del genere Antirrhinum deriva dal greco anti (αντί), “simile a” e rhis (ῥίς, ινοϛ), “naso”. Perciò “simile a un naso”.

Da wikimedia

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antirrhinum-majusUna pianta con queste caratteristiche non poteva passare facilmente inosservata e i suoi nomi volgari sono significativi: Erba strega, Bocca di lupo, Fior del capriccio. Gli spagnoli la chiamano Boca del dragón, i francesi Gueule-de-loup e gli inglesi Snapdragon, parola che suggerisce anche il movimento brusco o lo schiocco per l’apertura improvvisa della bocca di un drago.

Sembra che anticamente fosse usata per difendersi dalle stregonerie: non c’è da stupirsi!