Infiorescenze giganti

“L’unione fa la forza” non vale solo per le attività umane. Innumerevoli esempi in natura, a diversi livelli organizzativi, confermano questa legge. Uno fra tanti è il successo evolutivo delle piante dotate di infiorescenze.  Le infiorescenze sono gruppi di fiori riuniti “in società” con lo scopo comune di moltiplicare le probabilità di fecondazione. Le infiorescenze spesso sono talmente fitte da formare una struttura che può essere scambiata per un singolo fiore, come ad esempio i capolini della margheritina comune (Bellis perennis).

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Capolino della margherita  (Wikimedia Commons)

Il capolino della margherita è formato da centinaia di piccoli fiori raggruppati in una densa infiorescenza. Il disco centrale giallo della margherita è fatto da fiorellini strettamente appressati e dotati ciascuno di cinque piccoli petali, visibili solo con una buona lente; altri fiorellini, quelli sul bordo, possiedono ciascuno un grande petalo bianco e, assieme, formano quella che chiamiamo erroneamente “corolla” della margherita. Dovremmo definirla piuttosto una “società di corolle”.

"Sonnenblume Nahaufnahme Hüllkelch" di 3268zauber - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.

I fiori del disco dell’infiorescenza di un girasole (da Wikimedia Commons)

Forse il capolino più grande, noto a tutti, è quello del girasole (Helianthus annuus). Il suo diametro, nelle specie coltivate, può raggiungere anche i sessanta centimetri. Il girasole, come la margherita, la cicoria e i cardi, appartengono ad una famiglia chiamata Composite proprio per questo “fiore” composto. Ma le infiorescenze non sono tipiche solo delle Composite. Molte altre famiglie di piante hanno risolto i loro problemi evolutivi aumentando “ossessivamente” il numero di organi riproduttivi, spesso con risultati affascinanti.

Tra le infiorescenze più straordinarie troviamo quelle dell’aro gigante, o arto titano (Amorphophallus titanum) una pianta erbacea endemica dell’isola di Sumatra.

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Infiorescenza dell’aro titano (da Wikimedia commons)

Appartiene alla famiglia delle Aracee, cioè è una parente della più comune calla palustre (Calla palustris). L’aro titano ha il primato della più grande infiorescenza non ramificata del mondo. Essa infatti è uno spadice: i fiori sono raccolti in una specie di spiga colonnare avvolta da una grande foglia colorata che sembra un grande petalo. L’infiorescenza può raggiungere i tre metri di altezza. Come nel caso di Rafflesia, anche l’aro titano emana un fetore di carne putrefatta che attira gli insetti impollinatori.

La “madre di tutte le infiorescenze”, la più grande al mondo, è quella prodotta dalla palma talipot (Corypha umbraculifera) originaria delle foreste tropicali dell’India e di Sri Lanka.

Palma in fioritura (Wikimedia commons)

Palma talipot in fioritura (Wikimedia commons)

La palma è gigantesca in molti sensi: cresce lentamente ma può raggiungere i venticinque metri di altezza, le foglie palmate hanno un diametro di cinque metri e sono sostenute da un picciolo lungo quattro metri. Fiorisce una sola volta in tutta la sua vita, tra i trenta e gli ottant’anni, e quando lo fa è uno spettacolo: l’infiorescenza, ramificata e composta da parecchi milioni di piccoli fiori, si sviluppa sulla cima alla pianta e può raggiungere gli otto metri di altezza. Produce migliaia di frutti rotondi e giallo-verdastri di tre o quattro centimetri di diametro, che impiegano un anno per maturare. Dopo la fruttificazione l’intera pianta muore. La palma talipot è ampiamente coltivata in Cina e in tutto il sud-est asiatico e utilizzata in vari modi. Con le foglie, che nell’antichità si usavano come carta da scrittura, ora si fanno cappelli di paglia, ombrelli, rivestimenti dei tetti, tappeti e ventagli, con la linfa fermentata si produce un liquore, dal midollo si ottiene un amido alimentare, con i semi si fanno perle e bottoni.

Non possiamo dimenticare qui un’ultima pianta che compete con la palma talipot il primato dalle infiorescenze giganti: la titanca (Puya raimondii) conosciuta anche come Regina delle Ande. La titanca è una pianta endemica che vive solo in un’area andina del Perù e della Bolivia, tra i 3200 e i 4800 metri di quota. Le foglie della pianta assomigliano a quelle dell’agave ma formano un “cespuglio” sferico di quattro metri di diametro. La pianta appartiene alle Bromeliacee, una famiglia di piante tropicali a cui appartiene anche l’ananas.

Puya raimondii

La Regina delle Ande, Puya raimondii (da Wikimedia commons)

 

Come la palma talipot, anche la Regina delle Ande fiorisce una volta sola e poi muore, ma è più longeva, raggiungendo anche i centocinquant’anni di età. L’infiorescenza, alta una decina di metri, è composta da alcune migliaia di fiori e produce milioni di semi. Il nome specifico raimondii è stato assegnato in onore di un incredibile personaggio, Antonio Raimondi (1826-1890), un italiano emigrato in Perù all’età di 24 anni, e divenuto uno dei più importanti “naturalisti enciclopedici” di quel secolo.