Spunta la luna

Lassù, in alta montagna, l’inverno è lungo e freddo e per la nostra buona maestra anche triste.

Si notava subito che lei soffriva di nostalgia e, un giorno più di altri, la malinconia la colse e la vedemmo che si asciugava gli occhi con il fazzoletto.

A noi fece molta pena anche perché le volevamo tutti bene e zittimmo non sapendo cosa poter fare per consolarla.

Il Fino non era più al suo banco, solo, ogni tanto spuntava da sotto una mano e andava ad intingere un dito nel calamaio per poi tornare di sotto.

La maestra dopo un po’ si accorse e disse: “Serafino dove ti sei cacciato! Vieni fuori! Cosa stai facendo sotto il banco?”.

Allora assistemmo ad una scena che non ho più dimenticato per tutta la vita.

Al Fino si era sporcato tutto il suo faccione rotondo con strisce… di inchiostro e, adagio, adagio, lo sollevava da sotto il banco che sembrava la luna che sorgeva.

Tutta la classe rise più o meno sguaiatamente e la maestra cambiò subitaneamente di morale e ridendo disse: “Grazie Serafino, mi hai fatto passare la tristezza, ma ora vai a lavarti bene la faccia che non voglio vederti così brutto proprio tu che mi sei tanto caro…”.

La gaiezza ritornò in aula e la maestra scese dalla cattedra, si sedette su un banco, tutti facemmo circolo attorno e si mise a leggerci “Dagli Appennini alle Ande” dal libro Cuore di De Amicis.

Fuori nevicava fitto fitto e la neve copriva tutte le cose e i rumori.

Al Fino e àutre storie – sommario