La teleferica

Sul col sopra le casere passava, un tempo, una teleferica che, a Piera dal Bosch, portava ghiaia e sabbia fino a Brusadaz dove, dopo un ennesimo incendio dovevano ricostruire parecchie case e tabià.

Nei giorni di festa i carrelli erano fermi, allora si andava noi a giocare a fare altalena sulle corde o lanciare sassi legati con un fil di ferro giù per la parte in forte pendenza. (***) I sassi cadevano sui pascoli sottostanti con grande pericolo per le mucche di Brusadaz.

Un giorno mentre eravamo intenti ai nostri giochi spuntò da sotto un uomo con un cipiglio poco rassicurante gridando: “Finalmente vi ho presi! Adesso vi faccio pagare il fio delle vostre malagrazie!”.

Noi scattammo come molle e via a gambe levate sul sentiero che salendo per il bosco va verso il Crep di Formedal. Presto prendemmo un bel distacco dal nostro inseguitore, quando il Fino disse: “Voi correte avanti, io giocherò un bel tiro a quello di Brusadaz!”.

Detto fatto si nascose sotto il sentiero dietro un cespuglio. Quando l’inseguitore passò via e fu abbastanza lontano il Fino saltò fuori e si mise a gridare e a chiamarlo beffeggiandolo.

L’uomo si voltò e ritornò sui suoi passi inseguendo ora il Fino che, con quattro salti guadagnò il Col e quindi le casere e si lanciò come una lepre verso il paese, e noi fummo così salvi.

Noi intanto presi dalla foga di correre giunti sul pian de la Vena, con un lungo giro scendemmo fino alla colonia e qui, presa la strada di Mareson ritornammo lesti a Coi e rientrammo nella piazzetta del paese tranquilli come fossimo andati a fare una gitarella fino a Mareson.

Il Fino era seduto sulla panca dei Grabìei e pacifico guardava i “grandi” che giocavano le bocce nella piazzetta mentre il sole stava calando dietro la Croda Palada (Torre di Valgranda del Civetta).

Al Fino e àutre storie – sommario