L’abat-jour di Humboldt e altre strane lampade

Gran parte dei fenomeni di bioluminescenza sono dovuti alla luciferina, una sostanza che reagisce con l’ossigeno ed emette luce. Moltissime sono le specie bioluminescenti, specialmente tra gli organismi marini, i batteri, i funghi, ma anche tra gli artropodi terrestri e in particolare gli insetti.

Lucciola (da Wikimedia commons)

Lucciola (da Wikimedia commons)

 

La più nota è la comune lucciola (Lampyris nuctiluca). Sia il maschio che la femmina, in tutti gli stadi di sviluppo, comprese le uova, sono in grado di emettere luce, ma la femmina adulta batte tutti. Gli organi luminosi sono collocati nel ventre e contengono uno strato di luciferina sovrapposto ad un tappeto di minuscoli cristalli riflettenti. L’organo è servito da un buon numero di trachee che portano l’ossigeno necessario alla reazione chimica. Le lucciole sono in grado di accendersi e spegnersi a volontà, regolando l’apporto di ossigeno e quindi controllando la velocità di reazione. Lo scopo di questo spettacolo pirotecnico è la riproduzione. Solo i maschi sono in grado di volare mentre le femmine se ne stanno al suolo e, quando desiderano essere notate, sollevano l’addome mettendo vanitosamente in mostra ai compagni volanti la loro efficienza luminosa.

Ma la lucciola non è l’unico insetto bioluminescente.

Il carbunco (Pyrophorus nyctophanus), che vive in Brasile,  è un insetto della famiglia degli Elateridi (gli Elateridi si chiamano anche “insetti a scatto” o “click beetles” perché se cadono sul dorso, con un rapido movimento a scatto associato ad un rumore secco, riescono a balzare in alto e raddrizzarsi). La larva di carbunco dimora in cavità del terreno, è carnivora, e utilizza la sua capacità di emettere luce per fini meno romantici della nostra lucciola: inganna altri insetti i quali, attratti dalla luce, si avvicinano troppo e diventano sue prede. Quando la larva è adulta cambia dieta e diventa vegetariana ma, forse per abitudine, continua ad emettere una luminosità azzurrina. Molti insetti dello stesso genere Pyrophorus sono bioluminescenti.

Cucujo (Pyrophorus noctilucus) da fireflyforest.net

Cucujo (Pyrophorus noctilucus) da fireflyforest.net

Ad esempio il cucujo (Pyrophorus noctilucus) diffuso tra l’Argentina e il Messico emette una luce la cui intensità e costanza sono diventate leggendarie. Nel 1516 Peter Martyr scriveva nel suo libro History of the West Indies che per camminare di notte gli indigeni si legavano un paio di cucujo alle caviglie e questo bastava per illuminare il sentiero. L’esploratore Alexander von Humboldt leggeva durante la notte usando una lampada fatta con una zucca perforata contenente una dozzina di questi insetti. Il naturalista  e storico spagnolo Fernández de Oviedo, nel 1535 annotava che gli indigeni si spalmavano il viso e le mani con una crema di cucujo per divertirsi a spaventare gli estranei (da Latin American Insects and Enthomology, Charles Leonard Hogue).

Ma i più inquietanti insetti luminosi sono sicuramente gli  Arachnocampa  (“vermi-ragno”). Sono dei tipi di moscerini che vivono nelle grotte dell’Australia e della Nuova Zelanda. Il loro nome deriva dal fatto che fanno la tela come i ragni. Essi, infatti, passano gran parte della loro vita allo stadio larvale arrampicati al soffitto della grotta e producendo delle tele di seta coperte di una sostanza appiccicosa e velenosa. Le tele scendono per qualche decimetro formando una trappola mortale per piccoli insetti volanti.

Arachno

Arachnocampa luminosa (da Wikimedia commons)

Le larve sono luminose e sono tanto più luminose quanto più sono affamate. Gli ignari volatili sono attratti dagli spettacoli di luce, oppure credono si tratti di un’apertura verso l’esterno, invece è la loro fine. I malcapitati si incollano alla tela e il veleno li stordisce; con raccapricciante lentezza le larve luminose issano le loro tele arricchite dal peso dalle vittime. Sembra che i vermi-ragno nella loro dieta non disdegnino nemmeno i piccoli molluschi e perfino i millepiedi.

(da EDIS - University of Florida)

Una femmina di Phengodes, il verme-treno (da EDIS University of Florida)

Molto strani sono i “vermi-treno“, coleotteri della famiglia dei Phengodidi che vivono nelle Americhe. Si chiamano così perché la femmina è senza ali, ha forma larvale e, lungo il suo corpo, presenta due file di macchie luminose, tanto da sembrare una carrozza ferroviaria con la luce che esce dai finestrini. Le femmine sono feroci predatrici che si nutrono di millepiedi. I maschi invece, oltre ad essere molto più piccoli, hanno un insignificante aspetto da “normali” insetti con le ali, hanno una vita molto breve e spesso non sono nemmeno in grado di nutrirsi. Alcune specie di vermi-treno, del genere Phrixothrix, riescono ad emettere luci di due diversi colori: mentre i “finestrini” lungo il corpo sono di colore giallo, la testa risplende di luce rossa! In questo caso la bioluminescenza serve probabilmente per “stupire” e impaurire eventuali predatori.

Vincent Brady – The Firefly Time-Lapse